Programmazione didattica

Ogni Consiglio di Classe procede ad un piano di programmazione didattica così articolato:

  • rilevazione livelli di partenza delle classi attraverso test o prove di ingresso;
  • definizione degli interventi integrativi per colmare le lacune evidenziate dai test;
  • acquisizione delle competenze chiave di cittadinanza e individuazione delle competenze specifiche di ciascuna disciplina  che il Consiglio di Classe intende perseguire tra quelle elencate nel POF;
  • definizione dei moduli di Cittadinanza e Costituzione
  • metodologie (lezione frontale, lezione interattiva, insegnamento individualizzato, analisi di casi, Role playing, Problem Solving, lavori di gruppo, Brain storming) e comportamenti comuni che il Consiglio di Classe si propone di assumere nei confronti degli allievi (ogni docente definisce il tutto nel proprio piano di lavoro individuale, classe per classe, materia per materia);
  • definizione dei criteri di valutazione;
  • definizione delle modalità di recupero delle abilità mancanti.

 VALUTARE PER COMPETENZE

Il momento della valutazione riveste un ruolo centrale in ogni sistema formativo ed è cruciale nell’ambito dell’Istituzione scolastica. In linea con le normative europee e ministeriali,  si riconferma che la valutazione,  in una didattica per ‘competenze’, deve misurare gli aspetti di un processo articolato e complesso.

Dal momento infatti in cui oggetto della valutazione non è più, principalmente, la conoscenza e l’abilità (un ‘sapere’ ed un ‘saper fare’), ma un conoscere ed un operare per essere in grado di interagire, in modo sempre più autonomo e responsabile, è opportuno, prima ancora di valutare, promuovere l’acquisizione delle competenze.

Ciò premesso, si evidenzia oggi un’idea di competenza di più ampio respiro, punto di partenza e di arrivo dell’iter formativo dell’Istituzione scolastica.

Lo sottolineano le ‘chiavi di cittadinanza’, che delineano la competenza come un elemento ‘dinamico’, un ‘processo’, che necessita di contesti e strumenti differenti e che, proprio in questo senso, dopo essere promosso, va valutato.

Si tratta di creare ‘problemi da risolvere’ – problem solving- , che utilizzino anche le conoscenze e le abilità acquisite.

Anche, ma non solo. Meglio si delinea la portata della novità, se si considerano più in dettaglio i seguenti obiettivi, che vanno integrati nelle singole discipline e nelle trasversalità degli Assi Culturali:

  • acquisire il senso della Cittadinanza europea
  • diminuire la dispersione scolastica.

 Focalizziamo singolarmente gli indicatori individuati dall’Europa:

  • La dispersione scolastica nasce quando sono carenti un metodo di studio individuale efficace ed un progetto di formazione il più possibile individualizzato (curriculum): IMPARARE AD IMPARARE.
  • Il disagio scolastico deriva da una scarsa consapevolezza della realtà e delle proprie potenzialità di giovani: PROGETTARE
  • La dispersione è legata alle difficoltà a leggere, comprendere e a scrivere anche testi(semplici, per il biennio) in lingua italiana: COMUNICARE
  • Dispersione e disagio nascono troppo spesso da atteggiamenti conflittuali e individualistici, perché non si riconosce il valore della diversità e dell’operare insieme agli altri: COLLABORARE E PARTECIPARE
  • Per i giovani, agire  in gruppo significa, spesso, non rispettare le regole e non assumersi responsabilità: AGIRE IN MODO AUTONOMO E RESPONSABILE.
  • Oggi i giovani tendono ad accantonare e a rinviare i problemi, sia per la diffusa situazione di malessere di incertezza del futuro, sia perché non riescono ad  affrontare e risolvere situazioni problematiche: RISOLVERE I PROBLEMI.
  • La difficoltà dei percorsi scolastici è legata alla mancanza di strumenti idonei ad affrontare la complessità del vivere nella società globale del nostro tempo: INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E RELAZIONI.
  • Oggi molti giovani sono destinatari passivi di una massa indefinita di messaggi, senza avere gli strumenti per filtrarli ed interpretarli: ACQUISIRE ED INTERPRETARE L’INFORMAZIONE.