La giornata della memoria

Una lettura teatralizzata, alternata ad alcuni brani musicali del compositore Bach, ha fatto immergere alcune classi dell’Istituto Balbo nelle atrocità perpetrate dalle truppe naziste in un villaggio ucraino nell'agosto 1941, all'inizio delle uccisioni di massa degli Ebrei. La rappresentazione, organizzata dal professor Mauro Bonelli, è stata proposta lunedì 27 gennaio, per celebrare la Giornata della Memoria, in doppio turno: prima nell’aula magna del Balbo per le classi 2B Classico, 5A e 5C Scientifico, e poi al Lanza per le classi 4B e 5C Scienze Umane. 

1941: la Germania nazista aveva invaso l’Unione Sovietica e gli Einsatzgruppen, corpi speciali delle SS, avevano il compito di sterminare commissari politici, comunisti, partigiani e, soprattutto, i milioni di Ebrei residenti in Estonia, Lituania, Ucraina, Bielorussia. Spesso coadiuvati dalla milizia locale, gli Einsatzgruppen raccoglievano gli Ebrei nelle piazze centrali, promettendo trasferimenti di lavoro. Le vittime venivano poi portate nei luoghi delle esecuzioni, inginocchiate e fucilate. Si stima che circa 800.000 persone siano state uccise in questo modo. Nemmeno i bambini venivano risparmiati: alcuni venivano costretti a vivere in edifici fatiscenti, ammalati e sporchi, prima di essere condotti alla morte.

Un episodio emblematico riguarda un gruppo di 90 bambini ebrei, rinchiusi in condizioni disumane: un cappellano militare tedesco denunciò la situazione ai suoi superiori; tuttavia, il sistema burocratico nazista, ossessionato dall’ordine della burocrazia, rallentò l’intervento. Alla fine, fu deciso che anche i bambini dovessero essere fucilati. Un testimone delle SS descrive la scena straziante nel bosco, dove gli ucraini incaricati di sparare tremavano. 

«La conferenza ha messo in luce come lo sterminio nazista fosse pianificato per essere nascosto al grande pubblico, evitando filmati e rapporti dettagliati» commenta Sabah Labyad (4B Scienze Umane). «Pur non esistendo ordini espliciti scritti, il massacro sistematico era noto a tutti. Questo si contrappone alle documentazioni dei soldati americani che, liberando i campi di concentramento, immortalavano gli orrori per mostrare al mondo la verità attraverso riprese fatte da registri esperti come Alfred Hitchcock.»

Un altro tema che ha molto impressionato i ragazzi, come racconta Sabah, è stato il conflitto tra il codice d’onore militare e le atrocità commesse. «Alcuni ufficiali tedeschi riconoscevano l’incompatibilità tra le pratiche naziste e i valori militari tradizionali, ma le loro obiezioni venivano ignorate o giudicate “inopportune”. Tuttavia, la propaganda nazista cercava di nascondere questi fatti per non minare la disciplina dei soldati e il consenso della popolazione.»

«Studiare la storia e ricordare la Shoah è quindi indispensabile per comprendere meglio l’essenza dell’umanità e la capacità dell’essere umano di compiere, o ignorare, atrocità indicibili» è il messaggio del prof. Mauro Bonelli. «Come affermano gli storici, ricordare non è solo un dovere morale, ma uno strumento per prevenire che simili tragedie si ripetano; è quindi giusto ricordare anche i conflitti in corso, come quello in Palestina.»

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