La cerimonia di premiazione del IX Certamen “G. Reale”
In un’Aula Magna gremita si è svolta al Balbo sabato 11 gennaio la cerimonia di premiazione del IX Certamen “G. Reale”, dal titolo “Celeste dote”. In apertura, il sindaco Emanuele Capra ha voluto sottolineare l’importanza formativa del Liceo Classico, e in particolare delle sue discipline più caratterizzanti e apparentemente più distanti dalla modernità, Latino e Greco, nel fornire ai giovani le competenze e gli strumenti necessari per affrontare con successo qualsiasi percorso di studi futuro. Dopo i saluti dell’assessore all’Istruzione Fiorenzo Pivetta, ha avuto inizio la consegna dei premi agli studenti delle diverse scuole del Piemonte che mercoledì 8 gennaio si sono cimentati nella prova, suddivisa in tre tipologie: traduzione di un testo greco, commento al testo, saggio breve.
Per quanto riguarda il biennio, per il quale era prevista solo la prova di traduzione, a Paolo Armano (Amaldi, Novi) è stato assegnato il primo premio, offerto da Marì Bacci in memoria del marito Maurizio Bacci tramite l’Associazione Don Dante Caprioglio; è stata inoltre assegnata una menzione a Giordano Cavallotto (Balbo, Casale). Nella sezione del triennio, invece, il premio per la migliore traduzione, offerto dall’Associazione Ex Alunni del Liceo Classico, presieduta dall’avvocato Marco Gatti, è andato a Matteo Sbarato (Balbo, Casale), con Federica Cirio (Eco, Alessandria) che ha conquistato il secondo premio, anch’esso elargito da Marì Bacci e l’Associazione Don Dante Caprioglio. Una menzione per la traduzione è stata assegnata a Luca Miceli (Balbo, Casale), il quale ha anche vinto il premio per il miglior commento. Sempre in relazione al commento, Vittoria Varesano (Sella, Biella) ha ottenuto una menzione. Emma Canestri (Eco, Alessandria) ha infine ottenuto il premio per il miglior saggio breve, tipologia nella quale Emilia Rizzo (Sella, Biella) ha ricevuto una menzione.
Terminata la premiazione, ha avuto luogo la Lectio Magistralis dello scrittore Paolo Di Paolo, autore fra gli altri di “Romanzo senza umani”, finalista al Premio Strega del 2024, e del recentissimo “Rimembri ancora. Perché amare da grandi le poesie studiate a scuola”. Di Paolo ha saputo catturare l’attenzione dei presenti con una profonda riflessione sul legame fra memoria e letteratura, la quale – ha osservato – si nutre del passato, individuale o collettivo, per farne un racconto che restituisca dell’uomo l’immagine più autentica, in cui tutti, in ogni tempo, possano riconoscersi. La conclusione più bella per una mattinata che resterà sicuramente impressa nella memoria dei numerosi studenti che hanno voluto mettersi alla prova partecipando al Certamen.