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Come parlare di Resistenza ai giovani?

Come parlare di Resistenza ai giovani? Si può trovare un linguaggio narrativo nuovo, libero dalla retorica? Roberta Cigala e Silvana Zanutto ci hanno provato, scrivendo a quattro mani il racconto “Il sapore aspro delle mele”, e ne hanno dialogato con alcune classi dell’IIS Balbo. 

Giovedì 18 aprile, infatti, le due scrittrici hanno incontrato le classi 1B Scienze Umane e 2A Linguistico per un’attività laboratoriale; la stessa attività è stata proposta con due incontri a distanza anche al gruppo di 3D Linguistico che segue l’ora di Alternativa alla religione.

Entrambe insegnanti, ex colleghe, Roberta Cigala e Silvana Zanutto vivono ora distanti (l’una a Borghetto di Borbera, l’altra a Turbigo) e usano la scrittura come mezzo per restare in contatto e consolidare l’amicizia. 

Il racconto è nato per partecipare al concorso che ha dato origine all’antologia “Fiera-mente raccontiamo”, edita da Atile e presentata al Salone del Libro di Torino 2033. «Ci siamo cimentate nella sfida di narrare, in un spazio limitato, un tema serio, quello della Resistenza, attraverso il punto di vista delle donne». Ambientato nell’entroterra ligure a ridosso del 25 aprile, il racconto alterna le voci e i punti di vista delle due protagoniste: Gina, più giovane, orfana, campagnola, collabora come staffetta; Emma, più colta e più matura, viene da Genova, è infermiera in una brigata di partigiani ed è reduce da un lutto, la morte del capitano della brigata, con cui aveva una relazione; tra le due donne nasce un amore. «È una prospettiva provocatoria, che potrebbe scandalizzare i protagonisti e i testimoni della Resistenza, ma che potrebbe fare breccia tra i giovani».

Le reazioni e gli apprezzamenti degli alunni dimostrano che è così, che le due autrici hanno colto nel segno. 

Durante gli incontri, le due autrici hanno spiegato alla classe la loro tecnica di lavoro a quattro mani: è importante, innanzitutto, curare bene l’ideazione e la progettazione della trama, dei personaggi, dell’ambientazione; solo a quel punto si può iniziare a scrivere, ciascuna la sua parte, per poi correggersi a vicenda. «È fondamentale semplificare lo stile, asciugare, togliere le parole inutili».

Le due autrici hanno inoltre offerto l’assaggio di altri due testi. Il racconto “Mele viola e ali blu”, pubblicato da Atile nell’antologia “Diversità fa rima con Unicità”, è una storia fantasy ambientata nel Medioevo, che ha per protagonisti Eleuterio, un alunno daltonico, e Magistra, un drago che fa la bibliotecaria in un castello. L’ultimo testo letto insieme è un brano tratto dal romanzo umoristico “Tacchi a spillo e paioli di rame”, storia di due amiche, l’esperta Sil ell’imbranata Ro, alle prese con una scuola di cucina in Provenza: un brano che in maniera divertente fa riflettere su come accettare i propri fallimenti.

Tratti distintivi dello stile di queste due autrici, evidenti nei tre testi analizzati in classe, sono la narrazione a due voci e la capacità di trasmettere messaggi educativi in maniera implicita, non didascalica. 

Soddisfatti sono stati gli alunni, che hanno potuto affrontare temi seri in maniera interattiva e vedere all’opera due scrittrici contemporanee. Soddisfatte anche le scrittrici stesse: «Per noi è un piacere stare a contatto con i ragazzi e ricevere i loro riscontri, anche al fine di un nostro miglioramento; l’attività ha valorizzato il nostro lavoro».

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