Satira e Shoah ?

È possibile parlare di temi delicati come Shoah e antisemitismo attraverso lo strumento della satira?

È la sfida in cui si è cimentato Alberto Caviglia, scrittore e regista appartenente alla comunità ebraica di Roma, che venerdì 24 febbraio, grazie all’iniziativa del prof. Carlo Pesce, nell’aula magna dell’IIS Balbo ha incontrato alcune classi dei Licei Linguistico e Scienze Umane.

«Sono rimasto scioccato da un sondaggio, pubblicato nel gennaio 2020 poco dopo l’uscita del mio libro, secondo cui è salita al 16% la percentuale di Italiani che negano l’esistenza della Shoah o ne ridimensionano il peso storico. C’è molto scetticismo riguardo ai mezzi d’informazione tradizionali poiché è sempre più facile creare fake news credibili» spiega l’autore. Parallelamente «Vi sono molte testimonianze e documentazioni e molte iniziative per sensibilizzare, ma si riscontra una certa insofferenza, forse per i toni troppo drammatici con cui se ne parla»

Da qui il tentativo di cercare un linguaggio diverso: ridere ma per far riflettere. «La satira, il paradosso, l’assurdità, la distopia non vogliono essere un’alternativa ai linguaggi tradizionali, ma un affiancamento»

Certo non sono mancate le preoccupazioni: «Avevo paura di essere frainteso, specialmente dalla mia comunità»

Caviglia ha parlato del suo lavoro di scrittore per caso e di regista per vocazione, rispondendo alle molte curiosità dei ragazzi.

“Pecore in erba”, film indipendente che ha debuttato al Festival di Venezia prima che nelle sale cinematografiche, presenta la storia, inventata, di un ragazzo antisemita per nascita, venerato come eroe. È un nocumentary in cui si susseguono notiziari, fotografie, interviste (e qui la sfida è stata coinvolgere personaggi famosi come Augias, Frecciero, Mentana) costruiti come reali ma paradossali nei contenuti.

“Che succederà quando saranno spariti gli ultimi testimoni della Shoah” è invece il tema di “Olocaustico”, nato come sceneggiatura per un film e trasformato in libro. Il protagonista, aspirante regista, lavora per ripiego al museo di Israele con il compito di raccogliere interviste: inventa un falso testimone, con conseguenze devastanti a catena, che verranno compensate con una fake news ancora più grave.

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