Mercoledì 2 novembre, nell’ Aula Magna dell’Istituto “C. Balbo” lungo e prezioso intervento di Andrea Romussi, Ambasciatore italiano in Burkina Faso; “monferrino doc” il diplomatico si è intrattenuto con i ragazzi del Liceo Classico, trentacinque anni fa sua scuola di formazione poi completata con gli studi di Diritto internazionale all’UPO di Alessandria, con l’approfondimento delle lingue straniere e della Storia contemporanea e poi sul campo: in Afghanistan, in Libano, a New York ed ora in Africa.
L’intervento, informale come una chiacchierata, denso di esperienza come una completa e appassionante lezione di geopolitica, si è concentrato sulla delicatissima funzione della Diplomazia negli equilibrii internazionali e nell’impegno umanitario. È emerso il quadro di un paese africano politicamente volatile e in forte espansione demografica, il Burkina, che necessita di presidio contro gli obiettivi a cui mira il terrorismo: agricoltura, sanità, disabilità, formazione culturale e delle prospettive di un pese occidentale come il nostro accattivante perché forte di tutti quegli strumenti propri della Soft diplomacy : il cibo, la moda, il paesaggio e la cultura dello stesso (tra le eccellenze locali i siti Unesco dei Sacri monti e degli Infernot). Sollecitato dai ragazzi e dal suo ex insegnante di Storia, il Dirigente del “Balbo”, prof.Riccardo Calvo, Romussi ha indicato la particolare urgenza della crisi climatica soprattutto in Sahel, ha parlato del progetto della Grande muraglia verde, di difficoltosa realizzazione per povertà d’acqua che si annida sempre più nelle profondità della terra mentre il deserto aumenta; ha dato uno sguardo preoccupato all’orologio dell’apocalisse: a 2 minuti dall’ora X nella crisi missilistica di Cuba e in questi giorni di nuovo in accelerazione; l’ambasciatore si è dunque espresso con preoccupazione sul nucleare “tattico” forse – “nucleare” sicuramente con la totalità di morte e distruzione che, utilizzato, provocherebbe nel planisfero distopico in cui si confrontano i sistemi autocratici, lesivi delle libertà personali, e i sistemi democratici con i quali condividiamo forse fragilità, ma un comune sistema valoriale. A chiusura del suo intervento forte e appassionato il prontuario europeo per i giovani del Classico: ascoltare gli altri; farsi capaci di comprenderli entrando con loro in empatia; non essere mai servili nei confronti dei potenti; avere la forza di asserzione che emana dalla consapevole fiducia nelle possibilità del nostro Paese.
Visite (128)
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.