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Il BALBO alla…Scienza

Lo Scientifico e il Classico al Festival della Scienza di Genova

“Linguaggi” è il filo conduttore del Festival della Scienza di Genova, giunto quest’anno alla ventesima edizione. E, com’è tradizione, il biennio del Liceo Scientifico Palli non ha mancato all’appuntamento con le tante attività svolte, come sempre, in gran parte degli edifici storici della città ligure. Insieme a una nutrita pattuglia di docenti, ogni classe ha seguito un percorso diverso, imparando, ad esempio, come “Comunicare con la luce”, “Raccontare le emozioni” o andare “Alla scoperta del linguaggio incomprensibile”.

In particolare, la 2^A ha partecipato a un laboratorio a Palazzo Rosso sul linguaggio della vita che ha avuto lo scopo di fare capire, anche con attività pratiche, come fa il DNA a regolare la sintesi delle proteine, attraverso un linguaggio contenuto nel codice genetico.

Successivamente è stata la volta di una mostra interattiva sulla fusione nucleare, nel corso della quale è stato presentato il progetto “Iter”, patrocinato da ENEA, che sta studiando il modo per riuscire a produrre (si stima entro il 2030) energia elettrica e termica in questo modo.

L’ultimo laboratorio, dal titolo “Alberi: una risorsa da salvare”, ha trattato principalmente due argomenti: le differenze fra piante native e non native (gli effetti delle piante importate sull’ecosistema) e il “linguaggio” delle piante (un modo per trasformare in suono lo scorrimento della linfa negli alberi e quindi riuscire a studiare il loro stato di salute), ma soprattutto l’importanza della valorizzazione del patrimonio boschivo come risorsa indispensabile non solo per la salvaguardia della biodiversità, ma anche come agente della fotosintesi, reazione fondamentale per la vita sul nostro Pianeta.

La giornata è stata divertente e sicuramente ricca di spunti interessanti e di approfondimenti sugli ambiti più disparati della Scienza.

classe 2A Scientifico

Casale scopre le meraviglie della scienza

Sappiamo bene come la scienza possa essere difficile quanto interessante. È proprio per questo che ci piace approfondire per capire a fondo ogni segreto di questa immutata materia che appassiona gli uomini da sempre. Par far questo, noi studenti della scuola superiore Cesare Balbo ci siamo recati a Genova, oltre che accomunati dalla curiosità di apprendere cose nuove, anche per divertirci e scoprire le bellezze della città nella quale si tiene il famoso Festival della scienza. Questa città di mare è stata ritenuta la città ideale per ospitare l’evento, oltre alla sua bellezza e modernità, anche grazie alle sue innovazioni tecnologiche in continuo rinnovo, il che le conferisce un titolo prestigioso collocandola su un importante podio.

Il festival della scienza è un evento che ha come fine la diffusione della cultura scientifica approcciando vari metodi di comunicazione che permettono di rapportarsi con grandi e piccoli mediante laboratori ricchi e curati. Scienziati, esperti del settore, aziende e ricercatori si sono impegnati nella creazione di progetti accessibili a tutti per far avvicinare i giovani, ma non solo, alla scienza e trasmettere qualcosa.

I laboratori sono vari, abbracciano molte tematiche e si collegano facilmente tra loro.
Prendendo in esame la mia esperienza personale, la mia classe ed io ci siamo approcciati al mondo della matematica nell’antico Egitto, passando all’argomento degli psicofarmaci e concludendo con gli esperimenti sulla luce e il vetro.
Il lato molto interessante è curioso è la collocazione dei diversi laboratori; infatti si dislocano in varie parti della città, facendola esplorare a chi si cimenta nella ricerca dei laboratori.

Ogni laboratorio è curato attentamente dal personale che coinvolge i ragazzi di ogni età intrattenendoli e trattando comunque argomenti complessi, ma accessibili a tutti come per esempio quello sulla matematica egizia.
Infatti ad assistere a questo laboratorio eravamo una classe della 1A e una 4a elementare.
Abbiamo iniziato facendo una panoramica generale sull’Egitto e in particolare sulla matematica. Abbiamo scoperto che, a differenza di come si pensa, i simboli utilizzati in matematica sono poche e addirittura se ne utilizzano due identici per rappresentare la moltiplicazione e la divisione.
In seguito abbiamo fatto un gioco a squadre dove dovevamo risolvere degli indovinelli matematici e di ragionamento dove ci siamo divertiti molto anche con l’assistenza della nostra professoressa matematica il cui aiuto fa sempre comodo.
Infine abbiamo osservato come gli egiziani sapessero calcolare l’area senza una vera e propria formula a disposizione e come si fossero avvicinati all’ odierna misura del π greco.

Concluso questo laboratorio ci siamo recati al porto vicino all’acquario per assistere ai laboratori successivi. In questo stand vi erano la maggior parte dei laboratori, divisi per sezioni e tutti rappresentanti un colore diverso.
Uno di questi, personalmente il mio preferito, era quello legato agli psicofarmaci. Accolti nello stand eravamo circondati da illusioni ottiche che questi provocano. Dopo un video introduttivo sulla composizione chimica degli psicofarmaci e sui punti specifici dove agiscono, ci è stato mostrato un bugiardino di circa 5/6 metri contenente tutte le informazioni veritiere presenti all’interno delle confezioni. Ci è stato detto che in passato questi fogli illustrativi erano scritti con formule e termini complessi, e perciò non accessibili a tutti. Termine ricorrente era la posologia, ovvero la dose e le modalità di somministrazione di un farmaco. Subito dopo aver analizzato attentamente lo scritto ci sono state mostrate altre illusioni ottiche, sempre dovute all’abuso di queste sostanze.
Molto esaustivo e trattato nei particolari.

Al termine di questo laboratorio abbiamo avuto del tempo libero per scoprire Genova e goderci una giornata di sole in compagnia.

Come ultimo laboratorio siamo tornati allo stand visitato in precedenza per affrontare gli argomenti della luce e del vetro.

Ci è stato spiegato come la luce riesca ad attraversa il vetro e produrre il riflesso retrostante visibile a tutti. È tutto legato a come il campo elettromagnetico della luce scambia  energia con l’oggetto o mezzo entro il quale si sta propagando.
Abbiamo anche parlato della formazione dell’arcobaleno, che avviene per rifrazione quando il raggio della luce bianca penetra nel prisma (come il vetro) e si scompone in tutti i suoi componenti (rosso, blu, verde, viola..).
In seguito, dopo essere stati divisi in gruppi, abbiamo fatto pratica con degli esperimenti sul laser.
Vi era questa costruzione di legno contenente un laser fisso, degli specchi e dei divisori che suddividevano in settori il quadrato. Io nostro compito era quello di elaborare un percorso per il laser, in modo che passasse attraverso un foro e raggiungesse un determinato punto. Ci siamo serviti di specchi per far cambiare direzione al laser che era molto preciso e sensibile.
Abbiamo parlato poi dei polarizzatori e della loro capacità di organizzare la propagazione della luce nello spazio. Infatti la luce bianca emessa dalle sorgenti naturali oppure da quelle artificiali, non è polarizzata ovvero non ha una direzione precisa quando ci propaga nello spazio.
Per concludere ci siamo cimentati in due laboratori semplici e divertenti: il primo in cui dovevano scegliere una precisa lente che rimpicciolisse il fascio del laser per farlo passare all’interno di un piccolo foro; il secondo più divertente e manuale dove noi eravamo impegnati a riprodurre un disegno come fossimo dei computer con l’aiuto di un puntatore e di indicazioni.

Ritengo che quest’esperienza all’insegna del divertimento e della scienza sia stata molto istruttiva e che ci abbia avvicinati di più a questa materia, forse ritenuta troppo complessa e non accessibile. Trattata con i mezzi e le modalità giuste è piacevole e stimolante. Un grazie oltre che agli studenti che ci hanno accompagnati in questo viaggio, va sicuramente ai professori che ci hanno assistiti e ci hanno fornito nozioni in più durante lo svolgimento delle attività.

Ginevra Giampaolo Maggiora

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