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Il “viaggio” di Sofia

Chi può oggi rappresentare un moderno Ulisse e perché?

Partiamo da Nietzsche e dalle sue idee “sull’oltreuomo”, che è tale perché segue le sue proprie leggi e non quelle imposte dalla società o dal mito. Nietzsche ci parlava dell’uomo cammello, che sopporta le imposizioni della politica e della religione, dell’uomo leone, che si libera da, ma non è libero di, e dell’oltreuomo, che è libero di fare e non da qualcosa e che crea il proprio mondo, le sue proprie regole perché non conosce regole. Questi è il bambino, che non ha regole perché non conosce regole, e quindi è libero di progettare e costruire il proprio mondo.

Il moderno Ulisse ha quindi le sembianze dell’oltreuomo di Nietzsche, del bambino; ma anche, per paradosso, delle vittime principali del nazismo, che al filosofo tedesco si è richiamato fuorviandone il pensiero. L’ebreo, così come lo zingaro, l’omosessuale, il testimone di Geova, il disabile sono “superuomini” perché avendo visto annullata ogni dignità, essendo stati estromessi da ogni diritto, si sono ritrovati loro malgrado liberi da ogni regola, condannati senza colpa. Il loro viaggio verso gli inferi è epico, (non a caso Primo Levi recita di Dante proprio il canto dedicato a Ulisse per mantenersi intellettualmente vivo) così come l’impossibile ritorno a casa dei sopravvissuti ricalca l’impossibilità di Ulisse di tornare a Itaca e ricominciare la propria vita; non è il tempo trascorso ma il viaggio interiore percorso a rendere impossibile la quiete.

Se identifichiamo quello di Ulisse con un viaggio interiore, ti riconosci in esso? Quali sono le prove alle quali sei sottoposta e quali gli obiettivi? Dove si colloca il tuo ritorno?

La dimensione autistica inserita nella società che mi circonda mi pone in una condizione di “Ulisse” sia perché le mie percezioni mi gettano in una realtà di suoni e luci esasperate, che in sé ha già una sfumatura epica, sia perché la società non è pronta per capire le problematiche delle persone con spettro autistico e involontariamente costruisce quotidianamente barriere al nostro difficile viaggio. Il mio viaggio non ha né può avere una fine, ma può diventare più interessante, appassionante, felice; questo sì e dipende da molti fattori interiori ed esterni a me.

Kavafis scrive che “è illusorio e colpevole aver lasciato Itaca reputandola misera, incapace di offrire nuove avventure ed esperienze. Questa è la colpa di Ulisse, non aver capito che l’odissea la si può, la si deve forse trovare e vivere a Itaca, nella quotidianità”. Sei d’accordo con questa interpretazione?

Sono consapevole che la mia Itaca sia la mia stessa quotidianità, il viaggio lo intraprendo ogni giorno, cercando di guardarmi dentro e capire me stessa, in relazione al mondo che mi circonda. Il mio universo interiore è così vasto che potrei perdermi, proprio come Ulisse.

Spesso mi ritrovo confusa nel tentativo di capire chi sono e dove voglio arrivare, mi capita di pensare ad obiettivi futuri che vorrei portare a termine, come ad esempio concludere un percorso di studi, ma non sarebbe comunque la fine della mia personale avventura. Cerco di vivere giorno dopo giorno, poiché ogni singola giornata è per me costellata di sfide, proprio come in un poema epico.

Questo viaggio dentro me, è complesso e mi assorbe moltissimo, ma vorrei non mi chiudesse a ciò che ho attorno. Il mondo è meraviglioso e lo è anche di più attraverso i miei occhi, poiché colgo dettagli che a volte vengono ignorati. Mi sento come Ulisse, il quale, con il suo spiccato intuito, riusciva a tirarsi fuori dai guai. La missione più grande resta quella di convivere con l’esterno, di sforzarmi per non limitare i rapporti umani che ho instaurato con le persone incontrate sul mio cammino e con quelle che, sono certa, si aggiungeranno.

Voglio che i miei occhi continuino a guardare con curiosità tutto ciò che mi circonda.

Non so cosa mi aspetterà in questa vita, una cosa è certa, non voglio mettere limiti al mio viaggio, quindi, nel dubbio, indosso un paio di scarpe comode e continuo a camminare.

riflessioni e pensieri di Sofia Sanzone, 1 A SCU

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