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Volontariato alla Caritas

La Caritas di Casale: c’è molto di più

La Caritas è uno stile di vita che va vissuto, per questo motivo a parole si fa sempre un po’ di fatica a descriverlo. Noi, ragazzi del Gruppo Giovani, ci abbiamo provato.

La Caritas ha il compito di fare la carità ed educare a farla. Nel 2012 don Marco è diventato direttore della Caritas Diocesana di Casale Monferrato. Silvia Meda e don Marco Calvo hanno aperto il centro di ascolto in via Trino, un punto di riferimento quando le famiglie e le persone hanno bisogno di aiuto.

Uno dei tanti servizi della Caritas è il gruppo giovani, che parte dalla necessità di adempiere alle richieste di aiuto di persone tramite traslochi, imbiancature, tagliare legna per l’inverno e la distribuzione di pacchi viveri o pasti.

Questo gruppo quest’anno ha visto una notevole crescita, che conta al momento una ventina di ragazzi. Ciò che è straordinario è il legame che si è creato, sia lavorativo che emozionale.

Per comprenderlo appieno abbiamo intervistato alcuni componenti del gruppo giovani Caritas chiedendogli di raccontarci la loro esperienza, come hanno cominciato questo percorso e perché consigliano di viverlo almeno una volta nella vita.

Come hai iniziato a venire in Caritas?

“A parte la scuola non avevo altri grandi impegni: avevo smesso di fare sport e tramite una chiamata di un mio amico mi invitarono ad aiutare insieme ad altri ragazzi per un trasloco. Mi trovai davvero bene con il gruppo, mi sentii così bene che decisi di ritornare altre volte. Va avanti così da ormai 5 anni.”

“Io ho iniziato a venire in Caritas un anno e mezzo fa circa, mi hanno invitato un paio di ragazzi a provare una volta e da lì non ho più smesso. “

“Un mio amico me ne parlò sul pullman e un anno dopolasciai l’oratorio con il desiderio di venire incontro ai più bisognosi.”

Abbiamo posto la stessa domanda anche a una ragazza che a settembre ha lasciato la sua amata Vicenza per intraprendere il percorso dell’anno di carità in casa Caritas a Casale.

Cosa ti ha spinto a dire di sì a l’anno di carità e venire qui?

“Mi ha spinto la voglia di regalare un po’ di tempo e metterci qualcosa di mio per chi ha bisogno di aiuto. La proposta di venire qua è proprio capitata nel momento giusto, mi sono buttata e sono venuta in casa Caritas. Posso dire di non essermene pentita e che rifarei la stessa scelta se tornassi indietro”.

Pensi che la Caritas sia un percorso da cominciare almeno una volta nella vita?

“In generale penso che provare a regalare qualcosa sia bello e molto importante, perché effettivamente cambia il modo di porsi con gli altri e fa capire che molte volte i problemi che affrontiamo noi sono minimi, in confronto a quelli che può affrontare un’altra persona.”

“Proporrei il percorso Caritas per sensibilizzare i giovani d’oggi abituati a una realtà superficiale e poco empatica, per provare un diverso stile di vita e non soltanto per fare dei servizi. Provare a vivere l’aiuto che si da agli altri e non avere pregiudizi, provare ad aprire la porta ed essere accoglienti in ogni aspetto della tua vita al di là di quello che poi farai.”

“La Caritas da fuori sembra lo stereotipo di mensa, noia, vecchietti. Le persone a primo impatto vengono perché hanno un vuoto nella loro vita: non hanno amici, cose da fare, si sentono soli e questo è normalissimo. Poi entrati sì trovano intorno persone comuni, con i loro problemi, che mettono da parte per concentrarsi su un obiettivo comune: fare, nel proprio piccolo, del bene.”

Ci tenevamo a far uscire questo pezzo a Natale con l’obiettivo di far comprendere, per quanto possibile, questo mondo della carità, anche se come abbiamo sottolineato all’inizio è un’esperienza da vivere in prima persona più che da raccontare a parole.

Ci piace l’idea che molti dei ragazzi che leggeranno abbiano la motivazione di incominciare a fare questo percorso, non solo nei giorni speciali di festività, ma anche nella vita giornaliera.

Come avete potuto leggere la Caritas non è solo aiuto, ma è anche e soprattutto una famiglia dove si crea una comunità che accetta tutti senza andare a guardare stereotipi imposti dalla società. È un’unità dove ogni pezzo ha la sua importanza e valore, dove si uniscono impegno, passione, amicizia e complicità e che ci vede tutti uniti per raggiungere un bene e uno scopo comune:” Aiutare” !

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